Microtopie
La fotografia di Fiorella Iacono
Gli scenari minimi, la dimensione raccolta di uno spazio abitativo, in architettura si definiscono Microtopie, quei luoghi abitati da case di dimensione molto ridotta dentro a paesaggi alle volte circoscritti. Le Microtopie di Fiorella Iacono scandiscono l’incedere della visione inserendosi all’interno di diverse atmosfere a livello spaziale, fino a giungere sulla soglia di una desiderata utopia mentale, di libertà immaginativa, delineando precisi luoghi della sensibilità, che sono stati abitati, di momenti sospesi miniaturizzati dentro lo sguardo. Il contrasto tra dimensioni differenti – il luogo, l’oggetto della visione, la dimensione rimpicciolita, diminuita, come tagliata – realizza la fenditura di una realtà che diventa frammentata quanto lontana e in qualche misura utopica o che aspirerebbe ad essere tale. Ci troviamo di fronte a una trasformazione della realtà, in una sorta di distorsione temporale del vedere quotidiano, perchè in questa serie di Microtopie un tempo passato viene riportato nel tempo presente dove ciò che fu vissuto riparte con sembianze differenti. L’estensione e il restringimento della visione permette al visitatore di entrare in luoghi abbandonati o marginali. Se notiamo una spiaggia di sassi protesa verso il mare aperto, che sembra così lontana nel tempo, della Bretagna, ad esempio, con persone ora minuscole che una volta la visitavano, ci viene da immaginare un luogo nel tempo provvisoriamente abitato, una microtopia che proprio in quell’esatto momento ha avuto la sua ispirazione, la sua affermazione ultima: l’anello di congiunzione di una visione diventata immagine, di una utopia condivisa all’interno di uno spazio della mente.
Andrea Gibellini